Tribute to a friend

Voglio dedicare questa pagina ad una cara amica, anche lei appassionata di fotografia e con uno stile molto particolare. Michela Campanaro ha un modo delicato e coinvolgente di fare fotografia, sa prenderci per mano e trasportarci in un mondo magico dove riscopriamo il piacere di ritrovarci a bocca aperta per la meraviglia. Osservando i suoi scatti sembra quasi di percepire il profumo dei fiori, l'odore del muschio e della terra bagnata dei boschi, il movimento silenzioso e vorticoso degli insetti, con i suoi scatti riesce a donarci emozioni.
Mi occupo di ciò che è piccolo. Ciò che è minuscolo, infinitesimale.
Alla domanda "cosa fai nella vita?", ecco cosa vorrei rispondere, cosa non oso rispondere: mi occupo di piccole cose, porto la testimonianza di un filo d'erba. Il mondo come va male, lo so e lo soffro come te, forse un po' meno di te; sotto un filo d'erba sei protetto da molte cose.

Non ignoro queste cose. Ma non è di loro che voglio parlare. Non è il mio ruolo, non è il ruolo che il destino mi ha dato. Anch'io vedo il disastro. Come non vederlo?
Il disastro è già avvenuto nel momento in cui comincio a scrivere. Prendo appunti su ciò che ha sopportato, ed è, per necessità, ciò che è piccolo piccolo, ed è incomparabilmente grande, perché ha resistito, perché lo splendore del giorno, la parola di un bambino o un filo d'erba hanno trionfato sul realtà peggiori.

Parlo in nome di queste piccolissime cose. Cerco di ascoltarli.

(Christian Bobin   “autoritratto al radiatore”)